Guidare richiede concentrazione e prontezza di riflessi. Occorre fare attenzione a molte cose contemporaneamente (i segnali, le condizioni del traffico e del fondo stradale, il comportamento di guida degli altri automobilisti,...) ed essere capaci di reagire nel modo giusto e rapidamente quando capita qualche imprevisto. I farmaci che possono influire negativamente sulla capacità di guida sono numerosi, così come diversi sono i meccanismi con cui causano questo effetto.
Eccone alcuni esempi. Ovviamente non è possibile fare qui una trattazione esaustiva! Perciò la raccomandazione principale rimane quella di chiedere al proprio medico o farmacista se il farmaco che si deve assumere può compromettere la vigilanza e la capacità di guida.
I farmaci ansiolitici (i cosiddetti tranquillanti es. Tavor, Xanax, Lorans ecc, per citarne solo alcuni fra i più conosciuti) vengono abitualmente impiegati per controllare gli stati di ansia e di tensione emotiva e in caso di insonnia. Purtroppo il loro impiego è molto diffuso ma, nello stesso tempo, vengono sottovalutati i possibili rischi che la loro assunzione comporta. A differenza di quello che si crede e cioè che sia necessaria un’assunzione prolungata nel tempo per avere effetti apprezzabili sui riflessi, in realtà anche dopo una sola dose questi farmaci sono in grado di pregiudicare in modo sensibile la capacità di guida per alcune ore.
I dati confermano una riduzione dell’abilità nelle prove di coordinazione complessa occhio-mano, con tempi di reazione allungati e una maggior frequenza di “incidenti” nel corso di prove di guida simulata. Fra i farmaci ansiolitici, quelli la cui azione scompare in breve tempo hanno minore probabilità di indurre effetti persistenti e di accumulo, ma nelle prime ore dopo l’assunzione della prima dose l’effetto è simile per tutti i principi attivi del gruppo. Nei primi giorni di trattamento sarebbe sempre consigliabile evitare di mettersi al volante o, se ciò non fosse possibile, usare molta prudenza, cercando di evitare viaggi prolungati senza soste o in condizioni di traffico difficili.
E’ importante ricordare che a volte questi farmaci vengono utilizzati per via iniettiva come premedicazione per accertamenti ambulatoriali (es. gastroscopia): in questi casi è consigliabile che il paziente non guidi per qualche ora dopo l’iniezione o venga accompagnato da un familiare.
Da non sottovalutare infine la presenza di ansiolitici anche in specialità (es. Lexil, Spasmomen Somatico, Valpinax ecc) destinate al trattamento di disturbi gastrointestinali per i quali si ipotizza una origine “nervosa”, le cosiddette “somatizzazioni”. In questi prodotti è utilizzato un dosaggio analogo a quello delle specialità ad uso ipnotico-sedativo, e andranno utilizzati con la stessa cautela.
Anche alcuni antidepressivi, cioè i farmaci utilizzati nel trattamento della depressione, a volte impropriamente definita “esaurimento nervoso” (es. Anafranil, Laroxyl) e altri farmaci utilizzati in malattie di tipo psichiatrico, di solito manifestano effetti sedativi alle prime somministrazioni. Gli antidepressivi di più recente commercializzazione (es. Prozac, Seroxat e molti altri) sembrano interferire di meno con le abilità psicomotorie necessarie per la sicurezza alla guida, ma le schede informative di tutti questi farmaci invitano comunque alla cautela almeno fino a quando non si sia ragionevolmente certi della integrità della propria performance. Anche l’epilessia rientra tra le condizioni potenzialmente rischiose sotto il profilo della sicurezza stradale.
Gli anticonvulsivanti (es. Tegretol, Depakin, Dintoina, Gardenale) possono compromettere la capacità di guida, ma il rischio connesso con il loro uso non è paragonabile all’evenienza di una crisi convulsiva alla guida. La legislazione italiana consente la guida di veicoli privati a pazienti epilettici in trattamento con farmaci, purché non abbiano avuto crisi convulsive da almeno un anno.
I medicinali impiegati nel morbo di Parkinson possono provocare sonnolenza e sensazione di stordimento. Da segnalare due in particolare (pramipexolo, ropinirolo) che sono stati associati alla comparsa di attacchi improvvisi di sonno irresistibile in cui la persona non è cosciente del fatto che sta per addormentarsi e che, ovviamente possono risultare oltremodo pericolosi per chi si trova al volante…e non per lui solo. Non è possibile attuare alcuna misura precauzionale data l'insorgenza improvvisa dell'effetto, per cui la valutazione se impiegare o meno questi farmaci dovrà essere presa assieme al medico, tenendo conto delle necessità e dello stile di vita del paziente.
La sonnolenza associata agli antiistaminici tradizionali (es. Fenistil, Trimeton) è un effetto indesiderato ben noto che fa annoverare questi farmaci fra quelli capaci di diminuire la vigilanza e compromettere l’integrità psicomotoria, aumentando i rischi di incidenti stradali. Si tratta di farmaci oggi poco utilizzati come principi attivi singoli ma presenti in numerose associazioni impiegate soprattutto per trattare i sintomi dell’influenza o del raffreddore (es. Zerinol, Vicks medinait e altri).
Gli antiistaminici più recenti (es. Fristamin, Zirtec), detti di seconda generazione, per le loro caratteristiche chimiche penetrano scarsamente nel Sistema Nervoso Centrale e non sembrano, ai dosaggi terapeutici, interferire in modo significativo sull’attività psicomotoria anche se l’evenienza che possano causare sonnolenza non va esclusa completamente. La scelta di questi più recenti principi attivi sembra quindi più opportuna soprattutto nelle persone che svolgono il proprio lavoro al volante.
Meno conosciuti sono i possibili effetti a carico del Sistema Nervoso Centrale dovuti all’assunzione di antiinfiammatori non steroidei, molto utilizzati come analgesici e antireumatici. Segnalati con maggiore frequenza a carico dell’indometacina (Indoxen), sono tuttavia relativamente comuni anche con farmaci di più largo utilizzo come il piroxicam (es. Feldene), il naproxene (es. Naprosyn), l’ibuprofene (es. Brufen), il diclofenac (es. Voltaren). La comparsa di vertigini, sonnolenza, confusione mentale, giramenti di testa, difficoltà di concentrazione può risultare molto pericolosa per chi si trova al volante. A rendere più preoccupanti questi effetti indesiderati è il fatto che tendano ad essere più frequenti e gravi nei pazienti anziani. Poiché sono variabili da farmaco a farmaco e da individuo a individuo e sono spesso transitori è opportuno consigliare cautela all’inizio della terapia o quando si incrementa il dosaggio, per verificare la tollerabilità del trattamento.
Un discorso a parte richiedono gli antidolorifici oppiacei come morfina, fentanil, tramadolo. Tutti questi farmaci hanno una influenza negativa sul Sistema Nervoso Centrale, rallentando le prestazioni ma, una volta stabilizzata la dose nel corso di terapie prolungate, non sembrano influenzare l’integrità psicomotoria dei pazienti.
La possibile caduta della pressione arteriosa con vertigini e senso di svenimento impone anche per gli antiipertensivi, ossia i farmaci che riducono la pressione alta, la necessità di una attenta vigilanza soprattutto all’inizio del trattamento al fine di scongiurare inutili rischi per chi deve guidare. Alcuni di essi danno anche sonnolenza. Sulla base dell’osservazione clinica, diuretici (es. Esidrex) e beta-bloccanti (es. Inderal, Cardicor) interferiscono meno sulla capacità di guida e sono ritenuti gli antiipertensivi di scelta nei guidatori di professione. In generale, solo quando si abbia la certezza che la terapia è ben tollerata si può ritenere la guida relativamente sicura.
I diabetici in trattamento con insulina o con ipoglicemizzanti orali devono stare molto attenti per il pericolo di crisi ipoglicemiche che possono alterare la lucidità mentale e di conseguenza la loro capacità di guida. Sono più frequenti di quanto si possa immaginare anche in pazienti con diabete ben stabilizzato. Il ritardo di un pasto o sforzi eccessivi e inconsueti (es. una lunga guida) ne possono essere la causa scatenante. Questi pazienti devono sempre avere a portata di mano una qualsiasi fonte di zuccheri da ingerire comodamente e rapidamente ai primi sintomi. Questo consiglio è ancor più importante per chi deve guidare e potrebbe trovarsi bloccato in un ingorgo del traffico e ritardare così l’ora del pranzo o della cena.
Infine vale la pena di ricordare anche che alcuni colliri utilizzati o a scopo diagnostico (es. atropina, pilocarpina) hanno l'effetto di dilatare temporaneamente la pupilla causando "annebbiamento della vista" e compromettono la capacità di guida.
Infine va sempre tenuto presente che tutti questi effetti sulla guida causati dai farmaci vengono potenziati dall’assunzione concomitante di bevande alcoliche (vedi articolo alcool e guida). Attenzione quindi a non bere alcool soprattutto se si stanno assumendo i farmaci qui elencati, perché dalla somma dei rispettivi effetti potrebbero derivarne pericolose conseguenze!